Il Punto del Presidente FPI D’Ambrosi: L’alta performance sportiva non è frutto del caso.

L’alta performance sportiva non è frutto del caso. 

Attraverso un efficientamento dei processi gestionali e decisionali, la Federazione sta tentando di riportare il movimento Pro ai livelli del lontano passato, impegnando preziose risorse umane ed economiche.
Gli ultimi eventi stanno ripagando gli sforzi federali. Anche ieri la riunione Pro organizzata dalla società del promoter Mario Loreni, andata in onda su Dazn, ha registrato un ottima presenza di pubblico, mostrando un contenuto pugilistico di buon livello.
Peraltro, quando si nutre l’ambizione di scalare le impervie vette che portano a titoli continentali e mondiali o si vuole difenderli , il pugile è chiamato ad affrontare sfide impegnative con avversari che non lasciano nulla al caso.
A quei livelli non è più sufficiente essere dotati di una buona tecnica pugilistica ne adottare la giusta tattica se i colpi non partono perché magari le contrazioni muscolari sono impedite dall’abbondanza di acido lattico. 
Come affermano molti maestri della nostra disciplina, l’allenamento di alcune specifiche espressioni delle capacità condizionali, testate da appositi test funzionali, è “conditio sine qua non” per rendere efficiente l’attivazione delle abilità tecniche e l’esecuzione delle necessarie capacità coordinative speciali, anche con il giusto risparmio energetico.
Gli altri due aspetti dell’alto livello riguardano lo stile nutrizionale che – specialmente nel calo peso – non deve cannibalizzare la massa magra e la guida, da parte del tecnico, all’angolo del pugile.
Su quest’ultimo punto, ricordo che un vecchio maestro mi ripeteva in continuazione: “caro Flavio per guidare un pugile dall’angolo – soprattutto se professionista – occorre tanta esperienza, conoscenza, carisma, capacità di sintesi e lettura immediata del match”.
Non è facile essere un buon tecnico della nobile arte. A volte è più facile crederlo.


Il Presidente Fpi 
Dott. Flavio D’Ambrosi